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Sostenibilità ambientale e alimentare

Come sono cambiati i sapori di frutta e verdura

Cominciamo a conoscere meglio tutto ciò che Madre Natura ci offre in modo democratico e a costo zero! Erbe, frutti e bacche selvatiche, e piante officinali spontanee sono un’importante risorsa alimentare e culturale a impatto quasi nullo sul pianeta.
La pratica di andare a raccoglierli, oggi chiamata anche con l’inglesismo Foraging, affonda i suoi valori nella vera sostenibilità e nell’identità culturale dei luoghi.
Questa cultura naturalistica dovrebbe diventare pervasiva, naturalmente attraverso la scuola pubblica, per far crescere nelle nuove generazioni una tendenza alimentare all’insegna della sostenibilità ambientale.
Ricordiamoci che la storia dell’uomo è stata incentrata, fino a poco tempo fa, sulla ricerca del cibo, che in origine era selvatico. La vita delle nostre precedenti generazioni era guidata da ritmi naturali e cicli stagionali e la ricerca del cibo non era fine a sé stessa, ma si fondava su uno stile di vita basato sul rispetto dell’ambiente naturale.
Oggi invece viviamo in un mondo obesogeno, non solo per il cibo, ma anche per la nostra mente, in una società che ci distrae continuamente, con la tv, i telefonini, agende piene di impegni. Gli scienziati dell’alimentazione ci ricordano che il nostro corpo non è programmato per mangiare cibo industriale, eppure mangiamo male e troppo.
Noi occidentali abbiamo risorse economiche e un’enorme disponibilità di alimenti e ne abusiamo. Dipende in parte dai geni: i nostri antenati non avevano cibo tutti i giorni e, quando ne avevano l’occasione, si nutrivano in abbondanza per sopperire ai successivi giorni di magra. Quell’istinto è rimasto, ma le nostre vite sono cambiate: siamo i figli delle carestie ma senza più carestie e svolgiamo attività sempre meno faticose che richiedono meno dispendio di energia. Però continuiamo ad accumulare riserve.
Le erbe spontanee ancora oggi vengono chiamate piante alimurgiche, termine che deriva dalla fusione delle parole latine alimentia urgentia, cioè un alimento che veniva consumato per sfamarsi in caso di urgenza, cioè in casi di carestie e guerre. Esso rappresenta il cibo di frontiera per la sostenibilità alimentare.
Si parla sempre più spesso di cibi funzionali definiti superfood, i quali non sono altro che un super concentrato di nutrienti e tra di essi le piante spontanee rappresentano l’alimento di eccellenza. Sebbene possa sembrare una moda, in realtà il loro uso risale all’antichità, dove erano considerati dei veri e propri cibi-medicina. Gli scienziati stanno confermando le proprietà medicinali di queste sostanze naturali, riconosciute dagli antichi senza microscopi, test clinici, placebo e alambicchi tecnologici. L’efficacia di queste sostanze naturali è tale che oggi vengono estratte e sono studiate per diventare la base dei farmaci del futuro. Oggigiorno questi cibi-medicina antichi devono essere assunti a maggior ragione che in passato perché il contenuto nutrizionale del cibo moderno si è davvero impoverito rispetto a 100 anni fa. Evidenze scientifiche confermano che la frutta e verdura che mangiamo ha perso quasi tutti i suoi nutrienti a causa delle ibridizzazioni delle specie, impoverimento dei terreni con fertilizzanti e diserbanti, tempi lunghi di conservazione e di trasporto e per l’inquinamento atmosferico. Per non parlare dell’assorbimento dei metalli pesanti.
La frutta ha perso il suo sapore, le verdure marciscono subito e non sono più gustose come una volta. Fare dei frullati e aggiungere tanto condimento aiuta a renderle più gradevoli, ma dovremmo mangiarne almeno 7 volte tanto per ottenere le stesse vitamine e minerali che assumevano i nostri genitori e i nostri nonni.

 

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Presidente Accademia Piante Spontanee