La luce in fisica è quello spazio dello spettro elettromagnetico visibile all’occhio umano. È un insieme di lunghezze d’onda che vanno a formare la gamma dei colori. Luce significa anche vita, nascita e anche spiritualità, quando viene considerata un’emanazione della sostanza divina.
In fotografia la luce è la grammatica che ci permette di scrivere e descrivere emozioni e sensazioni che interagiscono direttamente con il nostro essere profondo. Infatti il significato della parola fotografia è proprio scrivere con la luce. Essa influenza direttamente la nostra vista: la visione di ciò che ci circonda, dei movimenti, delle forme, dei colori e delle trasformazioni che i soggetti subiscono quando cambia la loro illuminazione.

Il potere della luce è quello di poter raccontare lasciando che la nostra mente venga colpita profondamente, stimolando una percezione che va oltre quella dell’occhio. Ecco allora che la luce diventa uno strumento che va utilizzato seguendo delle regole, ma anche lasciandosi andare a quelle che possono essere le sue numerose eccezioni.
La luce è formata anche dal suo opposto: l’ombra. Questi due elementi sono due facce della stessa medaglia che non possono avere una vita separata. Attraverso l’uso dell’una e dall’altra, si arriva alla possibilità di descrivere tutti gli opposti, tutti i contrari, le diversità e le sfumature.
Chi fotografa scrive con la luce come il compositore usa le note o lo scrittore le parole. È quindi il linguaggio della luce, in tutte le sue componenti, a costituire lo strumento fondamentale per la creazione di un racconto fatto attraverso un’immagine.
L’immagine stessa è luce e, come abbiamo visto, è il cuore di ogni cosa. In fotografia viene prima del soggetto, della storia, dei personaggi. È la luce che esprime quello che vogliamo trasmettere attraverso un’immagine. È la luce a tessere la trama del nostro racconto.

Foto di Federico Minelli