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Nocciola, quella tonda dolcezza

Il frutto dal sapore dolce e burroso con accenni di cacao e dal gusto avvolgente

Nocciola, il frutto più goloso tra le varietà secche, dal sapore dolce e burroso con accenni di cacao e dal gusto avvolgente, in particolare previa tostatura, quando il composto chiave del sapore aumenta di dieci volte.
Una realtà tutta italiana, perché se il nome scientifico Corylus Avellana con cui Linneo battezzò la pianta deriva dal greco korys – ovvero elmo riferendosi alla forma del guscio – l’epiteto deriva dalla città campana di Avella in Irpinia, zona nota fin dall’antichità per la sua coltivazione. Tante le varietà italiane famose: la Giffoni IGP (Campania), la Tonda gentile romana DOP (Lazio), la Tonda gentile trilobata IGP (Piemonte), la Siciliana o nostrale (Sicilia), l’umbra Tonda francescana, e altre raccolte da Slow Food nell’Arca del Gusto.
L’uso della nocciola in cucina è piuttosto vario: dai dolci e dalle creme a base di cacao ai condimenti per la pasta, è anche indicata per la preparazione di salse e come saporita impanatura per delicati frutti di mare o per golose fette di pesce spada. Può accompagnare insalate ed è perfetta per esaltare piatti freddi e a base di formaggi.
Il Lazio produce circa 50.000 tonnellate di nocciole l’anno, quasi tutte dalla provincia di Viterbo; seguono la Campania con quasi 40.000, la metà da Avellino e dintorni, il Piemonte con 20.000 e poi la Sicilia. E ora la varietà umbra Tonda francescana, creata dai ricercatori della Facoltà di Agraria di Perugia, entra nel cioccolatino degli innamorati più famoso al mondo: il Bacio. Con un percorso di analisi e sperimentazione prevista in due fasi: entro il 2020 l’analisi di qualità e, entro il 2023, i test organolettici e industriali dalla tostatura al prodotto finito. Una varietà che si contraddistingue per la sua alta produttività, per l’adattabilità all’ambiente e per le caratteristiche che la rendono idonea ad essere utilizzata nel processo industriale.
Che sia un semplice spuntino o un ingrediente estroso, la nux abellana si presenta sempre preziosa e dalla fragranza unica, racchiusa da quell’elmetto legnoso e finemente striato che le regala il nome. Un prodotto di eccellenza, tanto che già da qualche anno esiste il noccioturista, ossia il viaggiatore goloso alla ricerca e alla scoperta di questo frutto nato dalla magica intesa fra l’uomo e la natura, il lavoro umano e la vocazione del territorio ricco di paesaggi, storia, tradizioni, enogastronomia ed esperienze sensoriali. L’Associazione Nazionale Città della Nocciola comprende attualmente circa 240 Comuni della nocciola, tutti pronti ad accogliere deliziati noccionauti.

Antropologa, Scrittrice, Giornalista, Critico Enogastronomico, Blogger