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Terry Monroe: istrionica, curiosa e appassionata

Intervista alla mente creativa di Opera 33

Terry Monroe, pseudonimo di Mia Terri, è la mente creativa di Opera 33, a Milano. La curiosità erboristica l’ha sempre stuzzicata, al punto di inserire, all’interno del bancone del bar, i principi della farmagnosi.

Aromatiere, insegnante di mixology e appassionata di erboristica. Puoi raccontarci come sei approdata a queste discipline?
Da piccola mi affascinava andare in erboristeria perché la proprietaria aveva sempre un rimedio per ogni cosa e sapeva come usare il contenuto di tutti i misteriosi barattoli che erano sugli scaffali. Terminati gli studi e ormai compiuti i 18 anni, feci un viaggio tra Siria e Turchia, dove mangiai qualcosa che non mi fece bene. Mi indicarono a Damasco quell’antica Apotheke che avrebbe sicuramente calmato i crampi. Fu creato un intruglio e poi, da quella polvere, le pastiglie in capsula. Non potevo credere a tanta conoscenza e a tanta bellezza. Pensai: Sono tantissime le spezie e le erbe, voglio conoscerle tutte! Da lì iniziò il mio cammino attraverso la botanica, l’alchimia e la mixology, che mi portò ad aprire Opera 33. Ad oggi insegno mixology con un metodo differente dai soliti canoni: stufa di dar risposte, porto i curiosi a fare domande per poi mostrare i processi di trasformazione.

 

Sappiamo che, tra le altre cose, sei stata coinvolta da Planet One in un progetto di formazione chiamato Herbal Mixology. Quale sarà il tuo ruolo?
Ho l’occasione di unire il mio percorso a un progetto che mira a stravolgere l’approccio nella creazione di cocktail. Herbal Mixology è il punto d’incontro tra gli aromi nella loro ruralità, tra la frugalità antica nell’uso di ciò che il campo di coltivazione offriva e quell’aspetto fitoalimurgico che è il padre della medicina dei popoli.

 

Ami lavorare con i colori, i profumi e tutto ciò che ha a che fare con i sensi. Puoi spiegarci di cosa si tratta?
Difficile spiegare la chimica a chi non trova sinergia tra studio e pratica, difficile trasmetterla con i termini che la descrivono. Il colore nasconde tanti segreti: aromi, struttura, botanica, organica. Lo conosciamo, lo cerchiamo e parla al nostro intelletto in maniera diretta, per esperienze. Uso il colore della natura, che si manifesta in ogni ingrediente, per spiegare la chimica. L’occhio vede e relaziona.

 

Parlando di profumi, le nocciole sono tra i frutti secchi più aromatici. Ma in miscelazione sono considerate solo un food pairing oppure possono entrare di diritto in un drink?
La frutta secca è ricca, si sa, di oli, alcuni dei quali più intensi, altri più morbidi. È necessario che siano disidratate, secche e a volte danno il meglio dei loro profumi se tostate. Le nocciole sono ottimi compagni di bevuta come perfect serve di rum che non posseggano una grande struttura di aromi, oppure di irish whiskey e bourbon. In miscelazione presentano alcuni svantaggi, proprio perché ricche di oli essenziali che tendono a irrancidire se entrano a contatto con l’alcol. Esistono liquori alla nocciola dove la quantità di zucchero preserva la qualità degli aromi delle nocciole. Si può considerare un drink con un sentore di nocciola, ma non con un sapore definito.
Spesso, si miscelano ingredienti non considerando la loro struttura all’origine: una buona nocciola disidratata e tostata a contatto con l’alcol perde alcuni dei suoi principali sentori. Questo è il motivo per il quale il pairing dove valorizzano sé stesse e il drink che accompagnano, è da preferire.

 


Opera 33,Via Carlo Farini, 3320159 Milano (MI)Tel: 338 356 6177