fbpx

RIVISTA IN PDF    |    INSERTI

Home / L'Esperto Consiglia  / Fotografia  / La fotografia non dice (quasi) mai la verità

La fotografia non dice (quasi) mai la verità

Uno scatto è come l'arte della buona cucina

Credo che una fotografia inizi sempre a livello inconscio. Diversamente, per scrivere, si opera a livello conscio, si sa o si dovrebbe sapere dove si vuole andare. Se ci fosse una ricetta precisa, però, saremmo tutti grandi fotografi o grandi cuochi.
La fotografia, proprio come l’arte della buona cucina, posa le sue fondamenta sul Q.B. Il Quanto Basta, quel pizzico magico, non misurabile, che fa la differenza.
Se si scorrono a ritroso le pagine della storia dell’immagine, si può facilmente verificare che non sempre quello che è evidente in una fotografia corrisponde a una possibile realtà, a quello che possiamo definire razionale.
I trucchi fotografici esistevano ben prima di Photoshop. Gli illusionisti hanno sempre perseguito la strada di fare apparire vero e frutto di magia quello che in realtà era un abile trucco. Credenze e pensiero magico sono tuttora assai vivi e a volte è difficile anche per la scienza trovare spiegazioni.

 

Oggi ci stupiamo davanti alle immagini spesso molto realistiche create in AI (Artificial Intelligence) ma in fondo sono la logica conseguenza di antecedenti artifici. Se vogliamo ne sono anche una democratizzazione. Oggi in una immagine si possono avere quasi gratuitamente effetti che prima erano possibili solo con ben altri budget. Sin dagli albori della fotografia sono stati utilizzati questi effetti e molti potevano essere creati con trucchi molto semplici.
Sta al fotografo scegliere che uso farne, possibilmente con un briciolo di etica, senza spacciare immagini per fotografie. Credo che nessuno le spacci come tali e chi utilizza la AI per produrre immagini assolutamente fotorealistiche si limiti a un rigoroso silenzio. Che immagini di moda siano realizzate con modelle inesistenti o vere non cambia nulla a nessuno, non ruba lavoro a fotografi banali. Non ruba nulla a chi scatta fotografie per divertimento personale.
Comunque, in molti casi, per l’osservatore può avere una certa rilevanza capire se una inquadratura sia plausibile o se il testo che commenta una foto sia credibile. Che le fake news esistano ne siamo consapevoli, ma forse non abbastanza.
Non è detto che un fotografo debba avere per forza un’etica. Penso sempre al fotografo come a un burattinaio che, nascosto dietro la fotocamera, regge i fili della sua verità e che desidera offrire a chi guarda delle suggestioni.
A volte è giusto e anche piacevole farsi rapire da una suggestione. A volte una resistenza è meglio opporla. Dipende dal tipo di suggestione e dipende comunque da noi trovare la nostra verità in una foto o in un’immagine. Ma ricordiamo sempre che la verità è tutt’altro che assoluta.

 

 

 

 

 

Foto di Federico Minelli

POST TAGS:

Esperto in Immagine e Comunicazione