In un momento storico particolare in cui il settore turistico ha fortemente risentito della situazione sanitaria mondiale, dare segnali di ripresa fa ben sperare nel futuro. Le Bandiere Arancioni sventolano da ben 23 anni a opera del Touring Club Italiano e il marchio conferito ha una validità triennale. Il prestigioso riconoscimento è stato ideato nel 1998 per dare impulso ai territori dell’entroterra e potenziare il turismo di qualità nei piccoli centri, favorendo anche la consapevolezza dell’esistenza di risorse nelle persone che li abitano. È stato riconosciuto come modello innovativo di sviluppo. I borghi che ricevono la qualificazione devono possedere un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio e rappresentare una garanzia di accoglienza speciale per il turista, che ha la certezza di vivere un’esperienza sinestetica non comune. Ogni anno il numero dei comuni italiani Bandiere Arancioni cresce, anche se solo dell’8%. I criteri, come noto, sono molteplici e non sempre la loro combinazione può essere una facile alchimia. I parametri vengono, infatti, continuamente aggiornati in linea con i 17 obiettivi (Sustainable Development Goals, SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. I borghi premiati nel 2021 sono 11. Iniziamo con Canelli (AT) che nel 2014, con l’Asti Spumante, è stato proclamato Patrimonio Mondiale dell’Umanità; in epoca romana fu un centro importante ed è famosa per le sue torri e cantine storiche. Anche Castagnole delle Lanze (AT) è di età romana e i vini Moscato, Barbera, Dolcetto e Chardonnay sono il fiore all’occhiello della zona.
Revello (CN) è la città dove in epoca longobarda operarono i monaci dell’Abbazia di San Colombano di Bobbio che fu, per tutto il Medioevo, uno dei più attivi centri monastici d’Europa. Rosignano Monferrato (AL) rientra nel Monferrato degli Infernot, componente del sito UNESCO I Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato. Gli infernot sono locali sotterranei costruiti scavando a mano la roccia arenaria chiamata la pietra da cantoni. La città è famosa anche per le produzioni vinicole. Susa (TO) è un borgo che presenta un suggestivo impianto architettonico creatosi dalla stratificazione di epoche. Un castello e una struttura fortificata sono, tra le altre, importanti attrattive. Il toponimo Trisobbio (AL) deriverebbe invece dai suoi fondatori e cioè da tre famiglie di uomini sobri, fratelli di sette uomini che erano appassionati bevitori. Molto interessante è il castello del XIII secolo. Badalucco (IM), in provincia di Imperia, è un antico abitato medievale, e anche qui erano presenti i monaci dell’Abbazia di San Colombano di Bobbio. Diedero notevole impulso al recupero e la diffusione di oliveti, fra cui è nota l’oliva taggiasca. Vallebona (IM) risale all’epoca medievale, con un centro storico da scoprire a piedi. L’acqua di fiori d’arancio amaro, che è un Presidio Slow Food, è il prodotto tipico di questo comune. Ponti sul Mincio (MN), invece, vanta siti archeologici risalenti al periodo celtico. Il vicino Monte Casale è noto per aver fatto da scenario all’ultima battaglia sul suolo italiano della Seconda Guerra Mondiale. Nocera Umbra (PG), città medievale, venne incendiata da Federico II nel 1248 e nel 1279 fu distrutta da un violento terremoto e ricostruita in età longobarda. La città ha un’antica tradizione termale, in quanto l’idropinoterapia era conosciuta già dal XVI secolo. C’è poi la strada francescana che la collega ad Assisi dove ogni anno, durante la cosiddetta Cavalcata di Satriano, i cavalieri in costume d’epoca ripercorrono l’ultimo viaggio di San Francesco, del 1226. Concludiamo con Subiaco (RM), paese medievale dove sono stati ritrovati i resti della residenza dell’Imperatore Nerone. Rinomata è l’Abbazia benedettina detta del Sacro Speco, che custodisce la grotta in cui San Benedetto da Norcia trascorse un periodo di vita eremitica. Suggestivo è anche il laghetto di San Benedetto, incastonato in una natura stupefacente.