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Comunicazione e Food: Gabriele Principato

Intervista con il giornalista esperto di cibo e vini

Milanese di adozione ma umbro di origine, Gabriele Principato, classe 1985, è uno dei giornalisti più accreditati nel panorama del food and wine italiano. Una passione per la lettura, i viaggi e la scrittura che è diventata un lavoro, raccontando storie di cucine, paesi, chef e personaggi dalle pagine di Cook, il prestigioso inserto che «Il Corriere della Sera» dedica al mondo dell’enogastronomia internazionale. Due lauree in Storia, due assegni di ricerca, di cui l’ultimo all’Università di Perugia dove si è occupato dello sviluppo della criminalità tra ‘800 e ‘900, e una specializzazione alla Scuola di Giornalismo Walter Tobagi di Milano/Ifg, oltre a essere stato uno dei conduttori del format RAI Expo Talk in onda da Expo Milano 2015. Gabriele è un giornalista a tutto tondo passato per le testate più importanti; ha trattato temi di politica, inchiesta e cultura per Linkiesta, Il Giorno e Il Fatto Quotidiano, con una parentesi professionale a Rai News 24 dove si è occupato di cronaca. Oggi Gabriele coordina il Master in Filosofia del cibo e del vino dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dove insegna anche comunicazione e storia della cucina in televisione.

Come docente, quali sono le tre doti che un giornalista specializzato in enogastronomia dovrebbe avere?
Occuparsi di food and wine non è differente dal lavorare in altri settori giornalistici. La capacità di comprendere e raccontare, costruendo uno storytelling quanto più preciso e puntuale possibile, è una delle caratteristiche necessarie. E, più che doti, che presuppongono una qualche forma di talento innato, servono impegno e costanza. Un buon giornalista enogastronomico deve essere sempre aggiornato: fare rassegna stampa tutte le mattine non è un optional. Approfondire è indispensabile per sviluppare una capacità critica e di analisi che permetta di vedere al di là della singola notizia e con uno sguardo d’insieme saper raccontare trend o tematiche.

Il momento storico attuale ha cambiato secondo lei il modo di comunicare il food and wine?
I lunghi periodi di lockdown hanno portato i lettori a passare molto più tempo connessi, alla ricerca sia di svago sia di informazioni utili. Questo ha indotto le testate ad approfondire linguaggi eterogenei. I video, come i podcast, stanno acquisendo sempre più importanza nel racconto del settore. Così come i social network, che oggi sono uno strumento imprescindibile. Comunicare bene su piattaforme come Instagram o Facebook consente a un locale di attrarre sempre nuovi clienti, raccontando loro il proprio lavoro prima ancora di accoglierli. Questo, però, richiede uno studio del mezzo che non può essere più lasciato al caso. La scelta fotografica, la modalità di racconto, la frequenza di pubblicazione, se si vuole fare un buon lavoro, devono essere quanto più possibile affidate a mani esperte.

Quanto contano, per il successo di uno chef, una buona comunicazione e un’adeguata strategia social?
Sono fondamentali, ma non sono l’unica cosa. Uno storytelling ben strutturato, in assenza di contenuti reali, rende effimero il successo, qualora arrivi. Allo stesso tempo, senza la giusta comunicazione è difficile emergere anche se si hanno contenuti. Parafrasando Alessandro Baricco e Jonathan Coe, se qualcosa non viene raccontato (sui social, potremmo aggiungere oggi), non esiste.

I primi tre aspetti che catturano la sua attenzione quando apre il profilo social di uno chef o di un ristorante.
Le foto (è sempre meglio che siano professionali), i testi (errori grammaticali e refusi possono succedere, ma non danno una buona impressione), la capacità di raccontarsi (la scelta di postare un’immagine rispetto a un’altra, raccontare un ingrediente o un evento connotano le intenzioni comunicative del personaggio o della realtà).

Work in progress e progetti per il futuro?
Nel futuro credo che strumenti come video e podcast coglieranno sempre di più l’interesse del pubblico. Sono questi i linguaggi a cui guardo con maggiore interesse per nuovi progetti.