Gordon & Paddy e il mistero delle nocciole
Film di animazione tratto da una serie di libri illustrati
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Scrivere recensioni per una rivista monotematica comporta che la possibilità di scelta del titolo sia ovviamente ridotta perché vincolata appunto al tema. Ma ciò ha anche alcuni vantaggi: a volte capita che, dovendo rivedere con particolare attenzione titoli già visti – anche minori – ma magari distrattamente, se ne notino delle qualità che erano sfuggite alla prima visione. Altre volte succede invece che delle scelte praticamente forzate si rivelino piacevolissime sorprese.
È proprio questo il caso di Gordon & Paddy e il mistero delle nocciole, film d’animazione per bambini (e non solo) del 2017 di produzione svedese, tratto da una serie di libri illustrati e che probabilmente, al di fuori di questa circostanza, non avrei mai avuto il piacere di vedere.
È la storia di Gordon, un vecchio rospo-investigatore, guardiano da sempre della foresta innevata e protettore dei suoi abitanti, che si ritrova, suo malgrado, a dover indagare su due misteriosissimi casi: il primo è il furto delle preziose nocciole dello scoiattolo Valdemar, di cui si teme sia colpevole la temutissima volpe, che terrorizza da sempre la foresta; durante le indagini Gordon conoscerà la topolina Paddy che, seppur all’inizio sospettata del furto, diventerà poi la sua assistente e, in seguito, il suo successore. Il secondo caso è il rapimento del figlio delle gazze… sarà stata la volpe?
Questa bella storia di apprendistato si basa soprattutto sui dialoghi e sulle caratterizzazioni dei due personaggi principali, così come sull’evoluzione del loro rapporto, che diventa un’amicizia sempre più profonda nel corso della pellicola. Il gioco è sul contrasto tra la lentezza riflessiva del vecchio Gordon e la vispa intelligenza della sua assistente.
Il film, della durata di poco più di un’ora, ha un ritmo decisamente inconsueto per gli standard odierni. Dimenticatevi i tempi forsennati dei film Pixar o gli effetti speciali digitali: sistematevi insomma sul divano, rilassatevi e ammirate i begli sfondi nevosi e le divertenti (e umanissime) caratterizzazioni degli animaletti antropomorfi. Insomma gustatevelo con calma, come se sfogliaste i libri per bambini da cui è tratto. In tempi in cui siamo abituati a sbadigliare al minimo crollo di ritmo e in cui la nostra capacità di attenzione rasenta lo zero, vedere un film come questo, concedendogli i suoi tempi, ci aiuta a capire l’importanza di godersi i dettagli di una storia intelligente, che ci permettono di assaporarla al meglio.
Da notare che il film è stato proiettato alla sessantottesima edizione del Festival di Berlino, e non è certamente un caso.