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Rum, il fascino dei Caraibi

Tutti i segreti di questa bevanda dal grande fascino

Che sia rhum, ron o rum, è soprattutto fascino dei Caraibi con le sue suggestioni, i colori e i miti. Da sempre è associato a storie di pirati e bucanieri, all’aria famosa Fifteen men on the Dead Man’s Chest, ai peggiori bar di Caracas, a personaggi leggendari.
Considerato tra i distillati più complessi al mondo, nasce dalla melassa della canna da zucchero o dal suo succo attraverso processi diversi. Fermentazione, distillazione, invecchiamento, miscelazione a regalarci il bianco, l’ambrato, lo scuro, l’invecchiato, lo speziato, ma anche i vari premium grazie all’abilità dei maestri di cantina. Il rum caraibico è caratterizzato dall’utilizzo della canna da zucchero indigena e dal fatto che l’invecchiamento avviene negli stessi luoghi della produzione con temperatura e umidità elevate che regalano una ricchezza olfattiva.
Una degustazione di rum non dovrà mai essere rapida: come tutti gli spirits ha bisogno del suo tempo per riposare ed esprimersi in ogni sentore. La caratteristica di pregio da ricercare in un rum non è la dolcezza, ma la rotondità e la corposità, che sono sensazioni tattili percepite in tutta la bocca.
E niente ghiaccio, niente frigo: il rum va bevuto a temperatura ambiente – a 18-20° C circa – e in un bicchiere tulipano (altezza 10-12 cm, diametro superiore circa 5 cm, inferiore circa 8 cm.). Liscio o miscelato nei cocktail, il rum si unisce bene ai vini liquorosi, al caffè, a sciroppi, con le bibite (in particolare cola e ginger ale), con la crema di latte, con i gelati.
L’abbinamento con primi o secondi piatti è difficoltoso per le sue caratteristiche di rotondità. Circa la carne, un T Punch (rum, zucchero e succo di lime) fatto con un rum agricolo risulta un perfetto abbinamento con una grigliata di pollo o manzo e con qualche fetta di ananas posta a scaldare leggermente sulla griglia. Molto più semplice l’abbinamento con i dolci al cacao o in preparazioni in cui sia presente lo zucchero caramellato, come la crema catalana o il Bonet piemontese. Ottimo con i profumi di tabacco e cuoio o con i dolci speziati e mielati tipici della cucina alto atesina. Altro abbinamento, molto in voga nel primo decennio del 2000, è il famoso e sempre valido Ritual fatto servendo alcuni piattini in accompagnamento al rum invecchiato, dove sono posti polvere di caffè, cioccolato amaro, zucchero di canna in cristalli, scorze candite di arancio, fichi secchi, mandorle e uva passa, per creare una corrispondenza gusto olfattiva fra distillato e cibo. Il classico, quello della iconica storia, rimane quello con il sigaro cubano, con un bicchiere di acqua servito a parte.

Antropologa, Scrittrice, Giornalista, Critico Enogastronomico, Blogger