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Alessandro Manzoni, 150 anni dalla morte

Il 2023 celebra il grande scrittore

Il 2023 celebra Manzoni: quest’anno, infatti, ricorrono i 150 anni dalla morte dello scrittore, il cui nome completo era Alessandro Francesco Tommaso Antonio Manzoni. Molti gli eventi e i progetti con gli istituti scolastici per commemorare lo scrittore italiano più famoso nel mondo e protagonista del suo tempo. La madre, Giulia Beccaria, era figlia del noto giurista ed economista Cesare, autore del trattato Dei delitti e delle pene, considerato uno dei padri dell’illuminismo lombardo. La figura del nonno, pur lontana da quel tessuto di affetti e frequentazioni familiari – sembra infatti che lo abbia incontrato una sola volta – ha comunque finito per influenzare la formazione culturale di Alessandro. Il padre, don Pietro, discendeva da una nobile famiglia di Barzio, in Valsassina – il cui titolo di conte – ma, siccome era considerato straniero, non venne al tempo riconosciuto a Milano. Solo anni dopo ottenne il crisma dell’ufficialità e poté tramandare il titolo alla discendenza. Il matrimonio tra i genitori dello scrittore non fu felice. La madre aveva da anni intessuto una relazione con Giovanni Verri, affascinante letterato, cavaliere dell’ordine di Malta e molto probabilmente padre naturale di Alessandro, ma era stata costretta a sposare Pietro Manzoni, molto più vecchio di lei. Finirono infatti per separarsi nel 1792 e l’educazione del piccolo Alessandro fu affidata ai collegi religiosi. La madre, iniziata una relazione con Carlo Imbonati, nobile milanese, si trasferì con lui a Parigi, dove frequentava i salotti di letterati e illuministi. Proprio questa città farà da teatro allo sviluppo di un intenso e complice rapporto tra madre e figlio, durato fino alla morte di lei. Giulia Beccaria ha rappresentato, infatti, un punto di riferimento, anche in considerazione dell’assenza e indifferenza sia del padre naturale sia di Pietro Manzoni. L’aspirazione di Alessandro ad avere una famiglia salda lo fece innamorare di Enrichetta Blondel, proveniente da una famiglia calvinista proprietaria di una fiorente industria tessile. Il matrimonio fu celebrato nel 1808, prima con rito calvinista poi con quello cattolico. È durante questo periodo che Manzoni comincia a scrivere la prima versione de I Promessi Sposi, dal titolo di Fermo e Lucia, pubblicato nel 1827. Fu il primo a scrivere un romanzo storico e ad affrontare i temi della povertà e dell’emarginazione. La versione definitiva uscì tra il 1841e il 1842. Alessandro e Enrichetta ebbero ben dieci figli, ma le frequenti gravidanze finirono per indebolire il fisico già fragile della donna, che morì il giorno di Natale del 1833. Manzoni affrontò così una fase di profonda depressione che fini per accentuare i suoi disturbi: l’agorafobia, le vertigini e una forma particolare di balbuzie, una sorta di blocco emotivo che gli impediva di parlare in pubblico in modo fluente. La solitudine che lo angosciava lo portò a sposarsi per la seconda volta, nel 1837, con Teresa Borri, vedova Stampa. La coppia trascorse anni felici, ma lei non seppe instaurare buoni rapporti né con la suocera né con i figli nati dal precedente matrimonio. L’armonia familiare che Manzoni tanto anelava finì per essere un’utopia. Le sue condizioni di salute andarono peggiorando anche a causa della perdita prematura di molti dei suoi figli, fino a che si spense a Milano, nel 1873, nella sua casa di via del Morone 1. Oggi è una casa-museo che invito a visitare non solo per la bellezza architettonica del luogo, ma anche per immergersi in un’altra epoca, respirando vita e cultura del romanziere più letto al mondo.

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