PIUME, CARNE E… UOVA
Avete mai provato le uova di oca? È vero che non è facile raccoglierle, dato che questi volatili sono molto territoriali e finiscono per attaccare chiunque si avvicini al loro nido. Se per caso riusciste nell’impresa di impossessarvi di queste uova dal sapore intenso, grandi il doppio di quelle di gallina e ricche di vitamina B12, potreste cimentarvi nella preparazione di una gustosa frittata o di una corposa pasta all’uovo.
FOSSILE RECORD
Un’oca da record – o meglio, un’antenata, la Garganornis ballmanni – è stata scoperta ad Apricena, nel Gargano, e a Scontrone, in Abruzzo, e risale al tardo Miocene, quando queste terre erano parte di un arcipelago popolato da animali giganti. L’oca era alta un metro e mezzo e pesava più di 20 kg. Per questo non poteva volare, ma aveva sviluppato dei calli ossei sulle ali che le permettevano di combattere. Il suo aspetto è stato ricostruito per la prima volta sulla rivista «Royal Society Open Science» da un gruppo internazionale di paleontologi.
OCHE, NON DISERBANTI!
Ci sono aziende che, puntando sulla sostenibilità delle produzioni, hanno sperimentato un metodo di diserbo alternativo. O meglio, naturale. In Umbria, per esempio, un’azienda vitivinicola ha deciso di adottare le oche, notoriamente erbivore, per ripulire il vigneto, al pari di alcune aziende americane che invece le hanno scelte per i campi di cotone. Certo, bisogna non solo avere un appezzamento recintato, ma anche stare attenti al periodo: se l’uva matura non cattura l’attenzione delle oche, lo stesso non si può dire dei germogli. Pertanto i volatili dovranno essere immessi quando questi hanno già cominciato a lignificarsi. Un’altra regola da rispettare è quella di spostare periodicamente sia gli animali sia i punti di abbeveraggio, così da non sovrasfruttare certe aree. Inoltre le oche, con le loro deiezioni, contribuiscono ad arricchire il terreno su cui pascolano, limitando anche il numero di passaggi dei trattori, responsabili dell’eccessivo compattamento del terreno.