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La borghesia tra linea e afrodisiaci

Durante i primi anni Trenta, le borghesia aveva un solo pensiero, straordinariamente attuale

Con il terzo articolo dedicato ai costumi e ai gusti del passato, ci addentriamo negli interessi dell’alta borghesia – uscita pressoché indenne prima dalla crisi della Grande Guerra e poi da quella prettamente economica degli anni Venti – in tema di gusto e abitudini alimentari. Durante i primi anni Trenta, le signore avevano un solo pensiero, straordinariamente attuale: la linea! Non mancano infatti manuali ricchi di consigli per destreggiarsi tra il gusto e l’adipe in eccesso. In A regime…ma senza rinunce. Menus e ricette settimanali per conservare la linea… per curare… per cucinare (1933), scritto a quattro mani dalle sorelle Ines e Mimy Bergamo, troviamo il cosiddetto Regime per l’estetica, con consigli modernissimi: «Pochi, pochissimi dolci, niente pasta asciutta, uso limitatissimo di pane e farinacei. Niente aperitivi o cock-tails, veri veleni per il nostro organismo. Mangiare lentamente; non abbondare di condimento e variare i cibi. Non mangiare fuori pasto e bere abbondantemente lontano dai pasti». Non da meno è la prima colazione, da consumare alle ore 8: «A digiuno un bicchiere d’acqua avente la temperatura dell’ambiente». Seguono una settimana di menu e relative ricette per raggiungere la tanto sospirata linea!
Ben diverse erano le preoccupazioni degli uomini. Il siculo Omero Rompini nel 1926 dà alle stampe, a Catania, il suo La Cucina dell’Amore. Manuale afrodisiaco per gli adulti dei due sessi. Preceduta da una dotta e interessante prefazione, ricca di aneddoti e notizie storiche e pseudo tali sull’alimentazione legata alla sessualità, è un’opera divisa in sezioni dai titoli piuttosto esplicativi (per fare qualche esempio, Le zuppe afrodisiache, Influenza della carne del pesce sulle attività delle funzioni sessuali; Per le donne: ghiottoneria e ghiottonerie, La Cucina rigeneratrice; Scelta di legumi stimolanti).
Il manuale, al di là delle tirate storiche e dei detti triti e ritriti, offre ricette e dettagliati piani d’azione su come riuscire a sedurre il gentil sesso: le strategie sono scientifiche e militarmente organizzate, divise addirittura per colore dei capelli dell’obiettivo. «L’appellativo biondo comprende tutta la gamma delle sfumature comprese tra il biondo dorato della spiga matura sino al castano chiaro dei bronzi fiorentini. Scegliere un ristorante di quelli che si rispettano. Conviene che la tappezzeria del gabinetto sia intonata al colore delle chiome bionde: preferibile quindi le stoffe di un bleu turchese. L’aria sia leggermente impregnata di essenza di eliotropio bianco: sui mobili siano distribuiti a profusione mazzi di violette di Parma e fasci d’iris fiorentina: sulla mensa abbondino tuberose e mughetti, fra cui si sceglieranno i fiori che adorneranno il seno palpitante. Il solito garrulo pianoforte sia sostituito da una silenziosa chaise longue. Convocazione discreta del maître d’hôtel, col quale si combinerà questo menu: astaco all’americana / uova alla Messalina / perniciotti alla sultana / piselli all’antica / mele all’Eva golosa. Vini: Sauterne – Chambertin Champagne Veuve Cliquot Ponsardin Demi-Sec».
Gli effetti incoraggianti di questo menu succulento permettono di cominciare i lavori d’approccio quando verrà sturato il Chambertin, cioè quando entreranno in scena i perniciotti alla sultana.
Per quanto riguarda le brune, invece: «Il bruno ha un’infinità di toni che salgono dal bruno Van Dyck dell’Arlesiana fino alle calde tinte delle italiane, delle castigliane, delle andaluse. L’ambiente dovrà essere scelto sempre in un restaurant di primissimo ordine: un gabinetto parato di stoffa antica nei toni d’oro vecchio: qualche profumino dovrebbe espandere delle emanazioni di verbena e di corylopsis: rose-tea e rose rosse sparse sulla mensa e sui mobili: garofani screziati e mimose sarebbero i fiori più indicati per adornarne il busto della vittima destinata all’olocausto. Un divano piuttosto elevato inviterà alle pose d’abbandono. Il menu sarà il seguente: supreme di sogliole alla d’Estree / uova affogate alla Cleopatra / fagiani all’orientale / asparagi al verde / bomba diamante. Vini: Mosella – Chateaux Margaux, Xeres secco, Champagne Pommery Greno extra dry. I profumi eccitanti, le vivande delicate, i vini generosi paralizzano a poco a poco nella bruna ogni velleità di resistenza».


CREMA DI ASPARAGI

Da A regime…ma senza rinunce. Menus e ricette settimanali per conservare la linea… per curare… per cucinare. Di Ines e Mimy Bergamo (1933)

Lessate un mezzo chilo di punte d’asparagi, passatele al setaccio. Allungate questa purée con acqua sufficiente per la zuppa; quando bolle unite sale e pepe, burro fresco ed un cucchiaio di farina di riso. Legate questa crema prima di servirla con un rosso d’uovo e formaggio grattugiato.


ASTACO ALL’AMERICANA (per conquistare le bionde)

Da La Cucina dell’Amore. Manuale afrodisiaco per gli adulti dei due sessi.
Di Omero Rampini (1926)

Prendete un astaco superbo e pieno di vitalità: tagliatelo in pezzi, che getterete ancor palpitanti nell’olio finissimo contenuto in una casseruola posata sui carboni ardenti: aggiungete sale, pepe, poco aglio schiacciato, del buon vin bianco, buona salsa di pomodoro fresca, aromi in copia. Cuocete per mezz’ora circa: mettete in ultimo anche un po’ di sugo glassato e spolverato leggermente con pepe di Caienna.


SUPREME DI SOGLIOLE ALLA D’ESTREE (per conquistare le more)

Da La Cucina dell’Amore. Manuale afrodisiaco per gli adulti dei due sessi.
Di Omero Rampini (1926)

Staccate dalla sogliola i filetti che spalmerete abbondantemente con un battuto assai drogato di varie qualità di carne di pesce. Arrotolateli e fateli cuocere al vin bianco con un po’ di sugo di funghi cotti. Aggiungete una cipolla affettata e un mazzolino di erbe aromatiche. Fate ridurre il sugo di cottura e unitegli un velouté di pesce. Terminate la composizione della salsa con due tuorli d’ovo e del burro manipolato con del succo di grancevole. Disponete il tutto colla sua salsa su un piatto e decorate ogni filetto con una fettolina di tartufo di Péricord. Servite caldissimo.

Pasticciere e fondatore Boscolo Etoile