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Il flash come linguaggio: un mezzo espressivo per un’estetica attuale

Il suo utilizzo per rendere le foto più cool e particolari

Entrato a pieno titolo nella produzione fotografica dei maggiori fotografi contemporanei, in realtà già dagli anni Sessanta il flash veniva ampiamente utilizzato. Il lampo del flash istintivo, non calibrato, soprattutto frontale, rappresenta un modo iperrealistico di fotografare. È generalmente una luce intensa appartenente a un flash esterno agganciato sulla fotocamera o, addirittura, può trattarsi del flash pop up integrato alla macchina fotografica. L’utilizzo secondo questi canoni incarna la volontà di catturare la realtà con le mani nel sacco. Per certi versi è come fanno i paparazzi. Le ombre nette intorno ai soggetti e la luce concentrata nella parte centrale dell’immagine testimoniano scatti rubati o eseguiti velocemente.
Un altro filone concettuale che vede coinvolto il flash è quello che ne sfrutta l’effetto ironico. Personaggi bizzarri, oggetti quotidiani, situazioni trash, sotto il lampo del flash vedono accentuate le loro caratteristiche ironiche e grottesche. In questo caso la luce è sostanzialmente tagliente come la satira. Spesso si fa sarcasmo sociale sulle abitudini delle persone: tanti sono i casi di vere e proprie mappature di cose, luoghi e situazioni che possano essere catalogati come bizzarre. Ci sono poi tutte quelle immagini realizzate attraverso quella che è stata definita street photography. L’utilizzo del flash nel ritratto urbano ha la funzione di enfatizzare e documentare condizioni stressanti, ansiose e divertenti che si possono riscontrare vivendo in una metropoli. La luce può essere rivelatrice come una radiografia oppure, per paradosso, celare e cancellare dettagli. L’uso delle tecniche specifiche porta alla realizzazione di foto talvolta surreali ed enigmatiche.

 


Il flash, ai suoi esordi, aveva la funzione molto semplice di rischiarare zone in ombra o decisamente buie, permettere di scattare di notte o di realizzare ritratti in maniera veloce. Si utilizzava e si usa tuttora nella fotografia di moda sia in maniera convenzionale (per rendere quanto più perfetta una foto dal punto di vista degli standard pubblicitari) sia con un approccio sperimentale. Questo mondo è sempre molto aperto verso tutte le nuove possibilità creative offerte dai mezzi di comunicazione, proprio perché proteso verso le tendenze e il futuro. Il flash è anche tipico di tutta quella fotografia che viene detta vernacolare: le foto private scattate con le macchine fotografiche automatiche, oggi sostituite dalle fotocamere compatte e dagli smartphone.
L’arte si è appropriata spesso di queste pratiche e, da semplice supporto luminoso, il flash è diventato un vero e proprio linguaggio. Come si è visto, le foto in cui è stato usato anche in maniera piuttosto evidente, sono state ampiamente accettate dall’iconografia contemporanea. Proprio come in quella tipologia di restauro che, volutamente, vuole mostrare gli interventi praticati sulle opere, anche il flash tende a voler manifestare nettamente la sua presenza. Evidenzia, infatti, la falsità dei rapporti e dei contesti, esaspera i tratti o li cancella, porta la realtà sotto una luce da tavola anatomica. Ciò non toglie che vada utilizzato in relazione a ciò che si sta scattando, ma le possibilità espressive e creative che apre sono molteplici, interessanti e tutte da sperimentare.

 

 

 

 

Foto di Federico Minelli

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Esperto in Immagine e Comunicazione