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Tecnica, contenuto, memoria

L'importanza di creare una forma per veicolare il contenuto

La fotografia è un’arte, nella quale, in un solo attimo, l’oggetto ripreso viene memorizzato e diventa soggetto. Si discute molto su quell’attimo, sul valore della tecnica rispetto al contenuto; c’è chi privilegia l’importanza del secondo come momento ideativo e creativo. Indubbiamente è un momento di sintesi importantissimo, è quel click a decidere se la fotografia ci sarà, e cosa ci sarà nella fotografia. È la memoria di un passaggio.
Può essere che in seguito l’oggetto non esista più, o che venga cambiato. In un click si ferma un attimo, ma è un attimo per nulla storicizzato, non esiste un prima, non esiste un poi. La memoria incisa è strettamente personale e privata anche se può essere che, condividendola, entri a far parte di un inconscio collettivo. Nelle altre arti tutto avviene per gradi, dilazionato nel tempo. Il pittore inizia da una superficie vuota, lo scultore da un pezzo di materia.
Si è soliti distinguere la tecnica dall’arte, mentre il significato originale del termine dice l’esatto contrario: «La tecnica (dal greco τέχνη, téchne, arte nel senso di “perizia”, “saper fare”, “saper operare”) è l’insieme delle norme applicate e seguite in un’attività, sia essa esclusivamente intellettuale o anche manuale. Tali norme possono essere acquisite empiricamente in quanto formulate e trasmesse dalla tradizione, ad esempio nel lavoro artigianale, o applicando conoscenze scientifiche. La tecnica implica l’adozione di un metodo e di una strategia nell’identificazione precisa degli obiettivi e dei mezzi più opportuni per raggiungerli». È interessante pensare come certe tematiche ci sembrino attuali e invece hanno attraversato la storia dell’umanità, come la classica contrapposizione tra forma e materia.

 

 

Sta di fatto che di questi temi se ne discute tutt’oggi in fotografia. Forse la soluzione può essere solo strettamente personale. Dipende anche dalle situazioni e dai casi. Se dovete riprendere una scena in strada magari è sufficiente uno smartphone, potete anche ignorare tutto quanto riguarda ISO, tempi, diaframmi, messa a fuoco e delegare tutto allo smartphone concentrandovi sul soggetto prescelto. Se dovete fotografare un vasto e articolato ambiente interno magari dovrete usare una strumentazione più raffinata e giovarvi di tecniche particolari. La tecnica dovrebbe essere quella sufficiente a creare una forma idonea a veicolare un contenuto, a renderlo trasmissibile ad altri, anche se non è poi detto che per tutti sia effettivamente comprensibile. Insomma, detta banalmente, la tecnica è come il sale in una ricetta: ne serve quanto basta altrimenti si corre il rischio di cadere nel manierismo o in un’estetica superficiale. Allora cos’è l’estetica? Verrebbe da rispondere immediatamente che ha che fare prevalentemente con la bellezza oggettiva, invece la parola àestesis è più attinente alla sensibilità, alla percezione. Ogni uomo ha una propria concezione del bello, ognuno ha un suo proprio gusto. La bellezza oggettiva non esiste. Quindi il cercare una tecnica e una forma adatta a comunicare al meglio il contenuto non è un peccato, non uccide la vena autoriale e la sensibilità del fotografo. Aiuta, invece, a tramandare la memoria di quello che è stato davanti all’obiettivo in quell’istante e creare un collegamento tra la percezione del fotografo e quella di chi osserverà l’immagine.

 

 

 

 

 

Foto di Federico Minelli

Esperto in Immagine e Comunicazione