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«L’importante non è vincere, ma partecipare»: Pierre de Coubertin,160 anni dalla nascita

Si celebra colui che rivoluzionò i Giochi Olimpici

Charles Pierre de Fredy barone di Coubertin, noto come Pierre de Coubertin, è nato a Parigi il 1 gennaio 1863 in una famiglia aristocratica che, nella linea maschile, aveva lontane e nobili origini italiane.
Un suo antenato, Felice de Fredis, diventò famoso per il ritrovamento del gruppo marmoreo del Laocoonte – oggi ai Musei Vaticani – il 14 gennaio 1506, scavando in una vigna sul Colle Oppio di sua proprietà. La prima cosa che fu visibile furono dei serpenti di marmo.
La notizia sorprendente è che lo scavo, data la maestosità del gruppo scultoreo, aveva assunto una dimensione importante e finì per attrarre la curiosità scientifica dello scultore e pittore Michelangelo e dell’architetto Giuliano da Sangallo, che identificò l’opera d’arte con la scultura citata da Plinio: «come nel Laoconte, che è nel palazzo dell’imperatore Tito, opera che è da anteporre a tutte le cose dell’arte sia per la pittura sia per la scultura.
Da un solo blocco per decisione di comune accordo i sommi artisti Agesandro, Polidoro e Atenoro lui e i figli e i mirabili intrecci dei serpenti».
Alcuni componenti della famiglia de Fredis erano emigrati in Francia e avevano acquistato nel 1577 la signoria di Coubertin. Date le condizioni agiate, Pierre de Coubertin ebbe l’opportunità di dedicarsi allo studio di varie discipline, quali la letteratura e la storia, ma soprattutto la pedagogia e la sociologia.
In particolare rimase affascinato dalle teorie di Thomas Arnold, un educatore, teologo e storico inglese che conferì allo sport il ruolo di strumento pedagogico nelle scuole. L’importanza strategica ed educativa dell’attività sportiva cominciò ad assumere anche per De Coubertin una funzione decisiva, tanto che si impegnò moltissimo nel progetto di rinascita dei Giochi di Olimpia.
Le prime competizioni di questo tipo si svolsero nel 776 a.C. a Olimpia, in Grecia: si tenevano ogni quattro anni e proseguirono fino al 393 d.C., anno in cui l’Imperatore Teodosio ne decretò la fine.
Con il passare del tempo, infatti, il grande allenamento richiesto – che portava ad abbandonare le varie incombenze quotidiane – unitamente a una incipiente corruzione, non le resero più interessanti dal punto di vista agonistico.
De Coubertin si impegnò moltissimo perché venissero riorganizzati i moderni Giochi Olimpici e, dopo vari tentativi, nel giugno 1894 fondò ufficialmente il Comitato Internazionale dei Giochi Olimpici, di cui divenne Presidente.
Nel 1896 fu affidata ad Atene l’organizzazione dei Giochi dell’Olimpiade. A lui si devono anche l’istituzione del motto olimpico «Citius, Altius, Fortius», la bandiera con i cinque cerchi che rappresentano i cinque continenti abitati e il giuramento.
Nel 1936 il Comitato olimpico internazionale lo propose come Premio Nobel per la pace e nel 1963 decise di celebrare la memoria di De Coubertin istituendo la Medaglia Pierre de Coubertin, che viene conferita a quegli atleti che dimostrano di possedere un vero spirito sportivo.

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