fbpx

RIVISTA IN PDF    |    INSERTI

Home / L'Esperto Consiglia  / Fotografia  / Fotografare è un po’ come meditare

Fotografare è un po’ come meditare

Imparare a guardare il mondo intorno a noi con la calma mentale sviluppata meditando

Imparare a gestire la propria attenzione fotografando è difficile proprio come quando siamo seduti in meditazione e un pensiero si manifesta improvvisamente nella nostra mente.
Potremmo essere portati a pensare che, quando ci stiamo occupando di un ritratto, ad esempio, il soggetto sul quale ci concentriamo sia come il respiro sul quale puntiamo la nostra attenzione meditando, ma non è necessariamente così. Anzi, il viso che osserviamo attentamente potrebbe diventare proprio il pensiero che ci distrae: questa espressione non va bene, forse devo spostarmi, oppure devo dire qualcosa, ha lo sguardo che non mi convince e la foto non sarà bella, poi chi la guarderà rimarrà deluso… e così la nostra attenzione viene risucchiata da un particolare. Ma il fotografo dovrebbe mantenere l’attenzione sul soggetto, giusto?
Sì e no. Dobbiamo mantenere l’attenzione sul soggetto e sull’ambiente nel quale si trova, sulla composizione, sulla luce, sul punto di vista dell’inquadratura, sui colori, sulla posizione del nostro soggetto, sulla sua espressione, i suoi vestiti, i suoi capelli e, soprattutto, sulla relazione che c’è tra di noi.

 

 

Sarà la nostra capacità di connetterci e comunicare col soggetto che ci permetterà di fotografare un suo stato d’animo: qualcosa di intimo e non soltanto la sua forma. Se siamo molto concentrati su un solo elemento, non siamo necessariamente focalizzati. Piuttosto si potrebbe dire che un dettaglio ci ha trascinati via e distratti dalla visione d’insieme proprio come accade quando un pensiero cattura la nostra attenzione durante una meditazione. Sarebbe ancora più giusto dire che la nostra attenzione ha bisogno di essere libera, consapevole di tutto, senza seguire niente.
Quando ci si avvicina alla meditazione, si impara che è importante mettere la propria attenzione sul respiro. Ogni volta che un pensiero affiora e ci distrae, dobbiamo ritornare a concentrarci sul ritmo dell’aria che entra ed esce dai nostri polmoni facendo alzare ed abbassare un punto sotto il nostro ombelico. In realtà, non è importante tanto avere l’attenzione sul respiro quanto non seguire il concatenarsi dei pensieri e l’attenzione sul respiro è solo uno stratagemma per riuscire a calmare la mente.
Chi, fotografando, riesce ad avere la mente sgombra e prendere in considerazione tutti gli elementi senza lasciarsi distrarre da qualcosa in particolare, gestisce la propria attenzione in maniera simile a chi medita. In altre parole, fotografare può essere una forma di meditazione attiva.
Pensando al fatto che fotografando guardiamo al mondo fuori da noi e invece, quando meditiamo volgiamo lo sguardo internamente, l’abbinamento fotografia/meditazione potrebbe sembrare un controsenso, ma non lo è. Sia quando meditiamo sia quando fotografiamo dobbiamo riportare continuamente l’attenzione al momento presente e rimanere focalizzati sul qui e ora, sull’esperienza diretta senza lasciarci distrarre. Entrambe le pratiche sfidano in qualche modo la nostra abitudine a osservare il mondo attraverso le esperienze passate, nonché l’abitudine a lasciarci distrarre dai pensieri.
In sostanza, possiamo imparare a guardare al mondo intorno noi con la calma mentale sviluppata meditando.

 

 

 

 

Foto di Federico Minelli

POST TAGS:

Esperto in Immagine e Comunicazione