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Tra raspate e fregoni

Caratteristiche ben precise per distinguere il daino

Mantello maculato e palchi a forma di pala contornata da punte, il daino si distingue così dagli altri cervidi. Dai fusoni, i più giovani, snelli e dal carattere curioso ai balestroni, con il trofeo già a più punte e con un accenno del tipico appiattimento (pala), fino ai palanconi, i maschi adulti con una struttura fisica peculiare: il collo molto grosso in relazione al corpo e con un vistoso “pomo d’Adamo”, un carattere sessuale importante per la specie, responsabile dell’abbassamento della frequenza di bramito e indice di migliori condizioni fisiche.
Nell’adulto il trofeo presenta delle pale ben definite (di larghezza superiore ai 10 cm) e un grado di apertura, la distanza fra le stanghe, molto elevato. I vigorosi maschi di daino lasciano molti segni della loro presenza: caratteristiche sono le piazzole di bramito, in genere rotondeggianti e provocate da frenetiche e numerosissime raspate, tanto che restano visibili i segni lasciati dagli zoccoli.
E frequenti sono i fregoni, marcamenti visivi e olfattivi ottenuti mediante energici sfregamenti dei palchi contro piccole piante e cespugli, a volte anche con funzione di marcamento acustico a causa del rumore provocato dalle pale che colpiscono violentemente il legno.
Ormai specie alloctona naturalizzata, cioè in grado di formare popolazioni capaci di riprodursi e sostenersi senza l’intervento umano, è distribuita su tutto il nostro territorio. In origine la popolazione era presente a San Rossore, nota dal XIV secolo, e a Castelporziano, documentata dall’XI secolo, oltre a quella della Sardegna, oramai estinta, rimpiazzata da individui di recente introduzione. A causa della limitata capacità di dispersione e alla forte socializzazione, questa specie può raggiungere localmente densità elevate e, poiché possiede abitudini più opportuniste rispetto a cervo e capriolo di cui è competitor alimentare, la sua eccessiva presenza mette a rischio la sopravvivenza degli altri due.
La carne è pregiata, povera di grassi e ricca di proteine, caratterizzata da un colore intenso rosso scuro e dalla consistenza tenace che ha bisogno di adeguata frollatura. Il gustoso cacciatorino di daino si ottiene dalla lavorazione delle carni magre prive dei nervetti con l’aggiunta di una piccola parte di grasso di maiale. Dopo la concia con sale, pepe e aromi, l’impasto viene messo in un budello naturale e legato in rocchi che vengono fatti asciugare per pochi giorni in locali aerati e tiepidi. La stagionatura dura circa un mese in luogo fresco e umido.

Antropologa, Scrittrice, Giornalista, Critico Enogastronomico, Blogger