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Il Grande Gatsby

E lo sfrazo dei film di Luhrmann

Nel film del 2013 Il Grande Gatsby, diretto da Baz Luhrmann, interpretato dal poliedrico Leonardo Di Caprio e dall’ex Spiderman Tobey Maguire e tratto da uno dei grandi romanzi americani del secolo scorso, l’alcol scorre a fiumi. È fondamentalmente una storia d’amore con risvolti tragici quella tra Jay Gatsby (un Di Caprio veramente in stato di grazia) e Daisy (Carey Mulligan). Lui è un personaggio affascinante e misterioso: per buona parte del film si ignorano le sue origini, quel suo prodigarsi per organizzare, nella sua sfarzosissima villa, grandiose feste tra vip dell’epoca (siamo negli anni ’20) è solo una copertura per nascondere qualche losco intrallazzo; tra l’altro non compare mai, sta sempre dietro le quinte, come un osservatore occulto. Poi arriva Nick, del quale diventa amico, attraverso il quale sapremo, tra una confidenza e l’altra, tutta la verità: Jay, pur spacciandosi per il figlio di un benestante del Midwest, è in realtà  un uomo di umilissime origini, la cui sete di grandezza lo ha portato a cercare di uscire a ogni costo dalla miseria e a diventare un eroe di guerra prima e un affarista ammanicato con la malavita poi. Il suo stile di vita è solo un diversivo. Da sempre innamorato di Daisy, ormai sposata, Jay si serve del cugino Nick per rivederla dopo tanti anni.
Lo stile del film è quello tipico di Luhrmann: sfarzo, eccentricità, tanti colori, una macchina da presa che non sta ferma un minuto e tante canzoni moderne rielaborate in chiave alternativa. Il regista australiano ci ha abituato bene: tra i suoi film più belli ricordiamo Moulin Rouge, con una strepitosa Nicole Kidman, e il recente Elvis, entrambi candidati all’Oscar per la migliore pellicola. Il film in questione non è un capolavoro assoluto, ma è molto ben diretto e recitato. Se ne consiglia perciò la visione.
Dicevamo che l’alcool scorre a fiumi, infatti non si contano le scene in cui i protagonisti si ritrovano con un bicchiere pieno in mano. Un barman napoletano ne ha tratto ispirazione per inventare un nuovo cocktail a base di gin, il cosiddetto drink Jay. Se ne riportano gli ingredienti: 5 cl di Italian Dry Gin, 3 cl di succo di limone, 1,5 cl di zucchero aromatizzato al basilico e 2 cl di liquore St. Germain. Il bicchiere dovrà essere rigorosamente old fashioned, la tecnica di miscelazione shake e la preparazione double strain. Il bicchiere va raffreddato con del ghiaccio, mentre gli ingredienti vanno versati in un tin con del ghiaccio e shakerati prima di essere serviti.
Non mi resta che augurare ai lettori una buona visione, magari sorseggiando lentamente proprio il cocktail partenopeo, a votre santé!