Nuove vesti per l’alimento senza tempo
Non solo cacao: innovazione e sperimentazione formano ormai un trinomio inscindibile con il cioccolato, alimento principe nelle diete di tutto il mondo, capace di cavalcare l’onda da più di cinquecento anni grazie alle sua intrinseca
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IL CIOCCOLATO COME SPEZIA
In un mondo sempre più attento al benessere e agli alimenti curativi, le ormai note qualità del cacao trovano, in questo 2018, il loro abbinamento perfetto con frullati, barrette alimentari e prodotti da forno, ma anche con le zuppe. È il caso dei funghi funzionali in brodo, solitamente alla base degli integratori alimentari, le cui note terrose e cremose si sposano però perfettamente con quelle del cioccolato. Se il cacao finisce per arricchire piatti salati, non manca l’altra faccia della medaglia: si pensi a dessert ibridi come la mousse al cioccolato con cavolfiore: una cucina dolce, ma con una nota amara!
LA SECONDA VITA DEL SALE
Se gli abbinamenti con le spezie erano già emersi durante gli anni passati – si pensi al cioccolato aromatizzato al peperoncino, allo zenzero, al gelsomino, al cardamomo o al pepe – attualmente il connubio perfetto è con il sale, meglio se grosso. La Francia ci ha preceduti, potendone vantare una gran varietà; la produzione italiana dal canto suo, nel corso degli ultimi venti anni è stata imperniata sul cioccolato al latte esaltato dal sale dolce di Cervia (Presidio Slow Food), ma ora si arricchisce di nuove e funamboliche combinazioni.
RUBY, IL CIOCCOLATO ROSA
Quanti tipi di cioccolato conoscete? Scommettiamo su quello al latte, su quello bianco e sul fondente, ma siamo quasi certi che non abbiate mai sentito parlare di Ruby, vero? Recentemente dei ricercatori svizzeri hanno scoperto – e testato! – una fava di cacao che restituisce un cioccolato rosa, leggero, cremoso, con un sentore di frutta dolce e un retrogusto salato. Non contiene aromi, né coloranti e, anche se finora è stato testato solo in Gran Bretagna, USA, Cina e Giappone, c’è da scommettere che farà felici milioni di cake designer.
A PICCOLE DOSI
Un libro non si giudica solo dalla copertina: sarà una frase fatta, ma si può fare la medesima osservazione per il cioccolato. Largo ai packaging fantasiosi, con virtuosismi di grafica e di lettering che farebbero impallidire persino Munari, di concerto con colori e materiali che, oltre a proteggere il prodotto, nascondendolo, lo introducono visivamente nell’immaginario collettivo. Un’unica costante: porzionarlo, per poterlo gustare nel tempo.