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In cucina con le erbe spontanee, ecco i segreti

Scoprire tutti i segreti della piantaggine e come usarla tra i fornelli

Nel nostro erbario delle piante erbacee spontanee umbre, ce ne sono alcune che contengono mucillaggini e vitamina K, come ad esempio la piantaggine, nome volgare per indicare la Plantago lanceolata, la Plantago major o ancora la Plantago media, tutte aventi le stesse proprietà chimiche e organolettiche, ma che differiscono leggermente per struttura morfologica.
Tutta la pianta è commestibile: le foglie, i fiori e i boccioli, sia giovani sia maturi, che si possono usare crudi come cotti. La piantaggine è una pianta perenne. In condizioni favorevoli (cioè se non viene sradicata), ricresce occupando vaste aree, formando veri e propri prati. Nel periodo primaverile si mostra allo stato di rosetta basale; successivamente nascono i frutti che nel periodo di inizio estate faranno fiori e acheni che si disperderanno, facendo nascere altre piante.
Interessante la sua proprietà organolettica: il sapore delle foglie ricorda il fungo porcino, a causa della presenza di luteolina (sostanza di origine naturale, nota soprattutto per le sue proprietà antiossidanti e protettive della vista). Le foglie possono essere usate come aromatizzante dopo essere state essiccate e polverizzate. Le piantaggini vengono utilizzate anche come lassativo, perché contengono sali potassici e mucillagini che, per macerazione nell’acqua, si gonfiano. Dal decotto si ricava una gelatina calmante. Le stesse mucillagini esercitano una buona azione antinfiammatoria, emolliente e assorbente sulle mucose e sulle pelli infiammate e sono utili per le enteriti, le coliti e le dissenterie. Esercitano anche un’azione emostatica, antinfiammatoria, batteriostatica, diuretica.
Le foglie essiccate e ridotte in polvere possono essere usate anche come addensante per la loro proprietà chimiche. Essendo appunto ricche di mucillagini e vitamina K, si prestano molto bene per creare gelatine in sostituzione dell’agar agar, uno degli addensanti più noti, che ritroviamo anche nei supermercati a circa 100 € al kg, a differenza della piantaggine che, oltre ad essere a costo zero, è funzionale al nostro benessere. Per l’alto contenuto di clorofilla, si consiglia di usarla anche per fare pasta verde.


ZUPPA BAZZOFFIA

Ingredienti:

  • 6 carciofi
  • 300 g di piselli
  • 300 g di fave
  • 2 coste di bieta selvatica
  • 8 foglie di piantaggine
  • 1 cipolla
  • 4 uova
  • 1 pagnotta di pane raffermo
  • pecorino grattugiato q.b.
  • 2 cucchiai di aceto di mele
  • olio extravergine d’oliva q.b.
  • sale q.b.
  • pepe q.b.

 

Preparazione

Scottare le fave in acqua bollente ed eliminare la pellicina che le ricopre. Pulire i carciofi e tagliarli a fettine. Lavare le coste di bieta e la piantaggine e ridurle a strisce. Tritare la cipolla e farla appassire in una casseruola con un filo d’olio. Aggiungere i carciofi, le coste, i legumi e la piantaggine. Salare, fare insaporire mescolando, unire 5 dl di acqua calda e lasciare cuocere a fuoco basso, semicoperto, per un’ora abbondante. Nel frattempo, tagliare il pane a fette sottili e disporlo in 4 ciotole. Portare a bollore un pentolino d’acqua con poco sale e un paio di cucchiai di aceto. Sgusciare un uovo in un piattino e farlo scivolare delicatamente nell’acqua, raccogliendo l’albume intorno al tuorlo con un cucchiaio.
Appena l’albume si sarà rappreso (2-3 minuti), sgocciolare l’uovo con un mestolo forato e adagiarlo su carta da cucina. Preparare allo stesso modo le altre uova; immergerle poi delicatamente nella minestra e farle insaporire per 1 minuto, poi toglierle.
Dividere la minestra nelle ciotole, completare con le uova, cospargere con il pecorino, coprire con un canovaccio e lasciare riposare per mezz’ora. Spolverizzare con un po’ di pepe e servire.

Presidente Accademia Piante Spontanee