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Piselli, dolci e gustose perle

Un legume senza tempo

«C’erano cinque piselli in un baccello, erano verdi e anche il baccello era verde, così loro credevano che tutto il mondo fosse verde, e avevano pienamente ragione! Il baccello cresceva, e anche i piselli crescevano, così si assestarono secondo la conformazione della casa, mettendosi tutti in fila» Inizia così la celebre fiaba di Hans Christian Andersen che ci insegna il valore dell’umiltà perché, il più piccolo e gentile di cinque fratelli piselli diventerà una splendida piantina, la cui vista ridarà ad una bambina malata la voglia di vivere.
Oggi parliamo dei piselli, un prodotto della terra che appartiene alla stessa famiglia di fave, lenticchie, fagioli e lupini, tutti alimenti importantissimi nella nostra dieta, i legumi per l’appunto, ai quali la FAO ha persino dedicato una giornata mondiale che si celebra nel mese di febbraio. Oltre a essere un elemento importante del mangiar bene, è utile sapere che i piselli hanno accompagnato l’uomo in tutta la sua storia, fin da quando gli uomini preistorici cominciarono a raccogliere i gustosi semi delle piante che crescevano spontanee, cominciando poi a coltivarli intorno all’8000 a.C. Molto amati da Greci, Etruschi e Romani, nel Medioevo erano destinati soprattutto all’alimentazione di coloro che per motivi economici non potevano acquistare le carni. Li troviamo sulle tavole nobiliari a partire dalla metà del Cinquecento introdotti da Caterina de’ Medici, sposa di Enrico II re di Francia, e ben presto nella corte di oltralpe i petit pois spopolano tanto da divenire una moda. E infatti alla corte di Luigi XIV venivano acquistati per somme enormi!
In Italia la fortuna di questo legume non era da meno: nella Repubblica Serenissima di Venezia, durante la festa di San Marco, il Doge si affacciava al balcone di Palazzo Ducale con un piatto di risi e bisi per augurare al popolo i migliori auspici per l’anno a venire. Ma questo non ci deve sorprendere perché i piselli sono infatti simbolo di prosperità, di buona sorte e sognare piselli verdi o che crescono sulla pianta è presagio di ottima salute e di pace familiare. E un tempo i fiori bianchi e gialli di questa pianta venivano intrecciati in ghirlande benauguranti per le spose. Immagino che il valore positivo dei piselli sia connesso in qualche modo al fatto di essere contabili, proprio come il denaro, e quindi che riceverne una porzione evochi l’idea di ricevere un gruzzoletto; inoltre perché immediatamente fanno pensare alla primavera e dunque alla nuova nascita della natura. Certamente per il loro gusto appetitoso e il loro colore sgargiante mettono di buon umore grandi e bambini, e sarà forse questo il motivo per cui lo scrittore Haruki Murakami dà alla protagonista del suo best seller 1Q84 il cognome surreale e ironico di Aomame, che in giapponese significa piselli verdi.
Vi lascio dunque alla lettura di questo numero di Orizzonte, in cui trovano spazio interessanti e nuovi contributi come la rubrica Legàmi d’autore, dedicata alle firme più note del settore enogastronomico.
Vi invito altresì a visitare il sito web della rivista, www.rivistaorizzonte.com, ottimizzato nella grafica e nella navigazione da cellulare, per ulteriori e sempre interessanti approfondimenti.

Direttore Responsabile