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Semplice, sostenibile e gustosa

Mandorla, cibo del futuro

IL CIBO DEL FUTURO

Primo frutto lavorato dell’antichità, nel 2020 le mandorle sono protagoniste di nuovi prodotti a base vegetale, come burro o salse spalmabili, al pari di anacardi, ceci, semi di zucca e di anguria. A onor del vero, già nel 2018 erano state individuate come la frutta secca perfetta per introdurre nuovi prodotti in Europa, grazie alla loro clean label capace di ispirare fiducia, ai loro valori nutrizionali e alla loro aura di sostenibilità.


SEMI E NON SOLO

Della mandorla i produttori utilizzano tutte e 15 le forme, compresi smoothies funzionali, proteine in polvere, farina sgrassata e hamburger. Ma bisogna considerare anche l’olio, usato nella cosmesi e nella preparazione di dolci; le foglie, usate come mangime per gli asini; i gusci, con cui si fa un’utile carbonella – le ceneri, ricche di potassio, sono un ottimo fertilizzante – e il latte, dotato di una percentuale di calcio più alta rispetto ad altre bevande vegetali, ma privo di ormoni. Probabilmente sperimentato per la prima volta nei monasteri, il latte di mandorla è stato anche base per brodi, un addensante per salse e, ovviamente, una componente per dolci; oggi è la base per l’orzata, una dissetante bevanda arricchita con zucchero, acqua di rose e di fiori d’arancia, cereali e vari tipi di noce. A Trapani, invece, si usa bere l’aromatico e denso caffè ammantecato che vuole proprio il latte di mandorla versato nella moka al posto dell’acqua.


LA REGINA DELLA PASTICCERIA

È proprio la Sicilia che, senza ombra di dubbio, detiene il primato per la più ricca varietà di prodotti a base di mandorla: dalla pasta reale – che, a differenza del nordico marzapane, viene lavorata a crudo – alle fedeli riproduzioni della frutta martorana, dalle miniature zuccherine dei dolcetti da riposto ai faccioni di Noto, dalle conchiglie alla marmellata di cedro alla forma affusolata dei mustazzuoli al miele ripieni di mandorle tritate e miele d’arancia, dal torrone e dagli amaretti fino alla cassata e ai biscotti decorati con mandorle o ciliegie candite. Non da meno sono però il natalizio parrozzo abruzzese, una sorta di sfera a base di semolino e mandorle ricoperto di cioccolato, o i famosi confetti di Sulmona, o ancora la pugliese ostia di Monte Sant’Angelo, ripiena di mandorle tostate e poi caramellate con zucchero e miele. Alla mandorla di Toritto, nell’Alta Murgia, sono persino dedicate numerose canzoni contadine e le cultivar portano il nome di illustri cittadini.

Giornalista per per Corebook - L'arte di comunicare, Dottoressa in Lettere Moderne e in Informazione, Editoria e Giornalismo